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CONCETTO del DIVINO – Dalla Preistoria alla Storia

La religione è sempre qualcosa di complesso, ma quella egizia lo fu in modo particolare perché permeava di religiosità ogni gesto e ogni atto della vita reale. Gli Dei erano ovunque e ogni azione umana era  eseguita secondo modelli divini e tutto era diretto da  Dio, il NeterWa, il Dio-Uno.

Nella storia della civiltà dell’Antico Egitto la religione è stata una componente assai importante, ma, a causa della frammentazione delle fonti, le origini sono ancora da scoprire. La documentazione a nostra disposizione risale ad epoca preistorica, quando ancora non esisteva la scrittura, per cui le testimonianze non sono molte e ci forniscono più che altro, le pratiche funerarie riservate ai defunti. Le sepolture, presentano già caratteri specifici riguardo la scelta del sito, le offerte ivi depositate, la posizione del corpo del defunto…   tutti indizi che fanno pensare  ad  una  certa  convinzione  nel futuro dopo la morte.

In epoca storica, invece, il concetto religioso rispecchia la struttura sociale e politica della società. Significa, cioè, che il mondo degli Dei è modellato su schemi terreni, strutturato così come lo è la società, soprattutto la società nei  diversi centri locali.

Ognuna delle Divinità di questi centri, però, è autonoma, sia teologicamente che mitologicamente, e si regge su una propria dottrina e un proprio mito. Tutto questo porta ad una pluralità disordinata e confusa di divinità, spesso legate fra loro da caratteristiche, funzioni e specializzazioni; una folla di divinità che crea situazioni complesse, come la concezione secondo cui una divinità si riconosce in un’altra per caratteristiche e funzioni, fino a prenderne addirittura il nome: Atum-Ra, Hathor-Iside, tanto per citarne qualcuna. Una moltitudine di divinità che si credeva fossero presenti e controllassero le forze e gli elementi della natura, cose, piante, animali. Questa religione, inconscia e primordiale, fatta di timori, migliorò pian piano, insieme alle condizioni di vita ed al perfezionamento delle facoltà dello spirito.

Fu allora che nacquero i Miti. Oltre alla potenza ed al comportamento delle forze della Natura, l’uomo sentiva la sua bellezza grandiosa, l’armonia che presiede nella lotta feconda delle sue energie per la creazione della vita.

Interpretando l’animo e le esigenze umane, il Mito, pieno di allegorie e di significati nascosti, spiegava ad uomini che non possedevano la pur minima nozione scientifica, l’origine e la natura degli Dei e del mondo. Spiegazione immaginaria, ma di grande bellezza e poesia oltre che di una certa praticità: assieme al Mito, infatti,   nasceva il Rito,   il quale mirava ad  ottenere il favore degli Dei.

Nata da una visione filosofica ed insieme pratica dell’esistenza umana, la religione egizia era  una felice mescolanza di antropomorfismo ed animismo. Era una dottrina evoluta che attribuiva agli Dei sembianze e sentimenti umani, anche se con l’andar dei secoli si complicò di elementi diversi, ma non estranei: influenze di religioni straniere, culti locali creati intorno a idee primitive. Il risultato fu un magico, sublime scenario di vita e di interazione fra il divino e l’umano, che aveva come legame il Faraone.

Parallelamente al culto degli dei del Pantheon, gli Antichi Egizi praticavano anche un culto particolare, quello di oggetti, statue, colonne, piante, animali, ecc. In realtà, non è che adorassero quegli oggetti, ma li consideravo simboli di caratteristiche e funzioni divine e li fornivano di personalità propria e nome proprio, quando l’oggetto non assumeva quello della divinità stessa: il sicomoro, quale simbolo della dea Hathor, ecc.

Le statue, dal canto loro, costituivano il supporto fisico della personalità spirituale della divinità ed assumevano una vera natura divina, diventando oggetto di culto. Diverso, invece il culto degli animali, ma  su questo rimandiamo  ad altro capitolo.

Nella concezione del divino esisteva, nell’Antico Egitto, uno strettissimo legame tra Religione e Monarchia. Durante la I° e la II° Dinastia, diverse realtà religiose locali, assai gelose della propria indipendenza, dettero vita  a Scuole Teologiche  e Collegi Sacerdotali. nel nome  di Grandi Dei, alcuni dei quali emergevano dall’oscurità della Preistoria. Inizialmente il territorio era diviso in Clan riuniti in Nomi ossia villaggi, ognuno dei quali con una propria amministrazione che, però, non era del tutto autonoma dalla autorità centrale rappresentata dal Sovrano.

Il clima e la geografia del luogo ebbero importante funzione in quegli avvenimenti: il Nilo e le sue inondazioni furono fattori decisivi nell’organizzazione dello Stato in formazione. Vennero a formarsi Federazioni di Città-Stato con al centro un Santuario. Nel Basso Egitto, ossia nel Delta, due Federazioni di città, con capitali Behdett, dove si praticava il culto di Horo il Vecchio, e Busiris, dove troviamo Osiride, si unirono in un solo Stato con capitale  prima Sais e poi Behedett.

Nell’Alto Egitto, lungo la Valle del Nilo, si era formato nel  frattempo un Regno con  capitale Ombos,  dove  troviamo Seth.

Rapidi cambiamenti si susseguirono, nelle due aree principali di quello che sarà il futuro Paese delle Due Terre,  nei secoli che precedettero il periodo dinastico, Molti degli insediamenti predinastici furono abbandonati durante il periodo proto dinastico perché, probabilmente, le popolazioni preferirono lasciare i margini del deserto per spingersi verso la Valle.

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